Classe 1996, ex Remer Treviglio, già capitano della nazionale azzurra
Under19. Diego Flaccadori è uno dei talenti più interessanti del basket
italiano: "Mi sento cresciuto e maturato, ma non voglio fermarmi qui.
Oggi gioco a Trento ma la lontananza da Bergamo non mi impedisce di
tenere vicine le persone più importanti".
Diego Flaccadori,
bergamasco alla conquista del basket dei grandi
Un bergamasco alla conquista della Serie A. Parole perfette per descrivere Diego Flaccadori,
giovane classe ’96 che milita nella Aquila Basket Trento, giovane
società iscritta alla massima serie. Un cammino tutto in crescendo
quello compiuto da Diego: dopo aver passato tutte le diverse selezioni
giovanili della Remer Treviglio, esordisce in Serie A2 nel 2013-'14. Poi
il passaggio alla Aquila Basket Trento, squadra alla rivalsa capace di
raggiungere i quarti di finale dei playoff nazionali.
Una storia, quella di Diego, fortemente legata anche alla
Nazionale, dove è riuscito a dimostrare tutto il suo talento e dove
ricopre il ruolo di capitano della nazionale Under19.
Come sta andando l'esperienza nella massima serie?
“Alla grande. Sto facendo quello che mi aspettavo da me stesso, ma
non voglio fermarmi qui. Col tempo voglio fare sempre meglio e puntare
sempre più in alto”.
Da Treviglio a Trento. Quali sono gli obiettivi stagionali della squadra e i suoi personali?
“A livello di squadra vorremmo raggiungere prima la qualificazione
alla Coppa Italia e poi i playoff. Per quanto mi riguarda invece vorrei
continuare a divertirmi e a dimostrare il mio valore”.
Che aria si respira in una squadra giovane e con obiettivi così alti come Trento?
“Siamo una squadra abbastanza giovane ma con gente esperta sempre
pronta ad aiutare i giovani a crescere. Sicuramente un passo decisivo
che ci aiuta tanto è quello di avere degli obiettivi per cui lottare e
su cui rimanere concentrati”.
Un progetto che sembra funzionare, almeno guardando i
risultati ottenuti nella scorsa stagione. Come ci si sente ad essere
considerati uno dei migliori prospetti italiani in circolazione?
“È un motivo d’orgoglio, questo sicuramente. Bisogna però tenere i
piedi per terra e continuare a lavorare, solo così posso continuare a
migliorare”.
C’è un giocatore a cui si ispira particolarmente?
“Jamal Crawford è sempre stato uno dei miei idoli. Mi piace guardarlo
e comprendere la sua capacità di creare dal palleggio. È da lui che mi
ispiro”.
Ha ancora legami con Bergamo? Oppure la sua vita si è spostata definitivamente a Trento?
“Senza dubbio la mia vita ora come ora si è spostata a Trento, dove
ho incontrato gente stupenda e grandi amici. Ovviamente i miei legami
con Bergamo rimangono e rimarranno sempre. Col tempo e la distanza ho
anche capito chi sono i veri amici anche a Bergamo, quelle persone che
nonostante la lontananza sono presenti”.
Da sempre ha un legame fortissimo con Nicola Savoldelli,
playmaker che gioca quest’anno nella Remer Treviglio. Da dove nasce
questo legame? Vi sentite ancora molto spesso?
“Io e Nicola abbiamo iniziato a giocare insieme all’età di 6 anni, e
siamo stati sempre molto legati sia in campo che fuori. Come ho detto
prima, grazie alla mia lontananza da Bergamo ho capito chi sono i veri
amici: senza dubbio lui è uno di quelli”.
Tra i tanti impegni in campionato e Eurocup, riesce a seguire la sua ex squadra? E come vede il futuro della Remer Treviglio?
“Si, diciamo che tra Serie A ed Eurocup sono sempre pieno di impegni e
mi è difficile seguire con costanza la mia ex squadra. Cerco però di
tenermi aggiornato e continuo a tifare a distanza la Remer. Spero
possano disputare un buon campionato come fanno ormai da diversi anni”.
Capitano della nazionale Under19 agli ultimi Mondiali, chiusi
al sesto posto. Che emozioni prova ad ogni partita con la maglia
azzurra e qual è stato il momento più bello nella sua carriera in
Nazionale fino ad ora?
“L’esperienza che fai con la nazionale è qualcosa di incredibile,
difficile da spiegare. In quei momenti rappresenti l’Italia intera e per
me questo è un motivo d’orgoglio. Ho vissuto tanti momenti belli nella
mia carriera in nazionale, ma se dovessi sceglierne uno direi la
vittoria nella finale mondiale a Mannheim contro gli USA".
Per chiudere una domanda sul suo futuro e sui suoi sogni. Dove si vede tra cinque anni?
“Spero di diventare il miglior giocatore possibile. Trento
sicuramente è una bella realtà e voglio continuare a farne parte. Per il
resto si vedrà”.
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