ELOGIO DELLA NORMALITA’
In questa stagione la pallacanestro
bergamasca sta facendo parlare di se per i motivi più stravaganti;
dagli abiti eccentrici proposti alle squadre femminili alle lettere
sui giornali di genitori ostaggio di chissà quali angherie che poi si
smontano con una stretta di mano, da partite non disputate per
manciate di minuti di ritardo nell’arrivo di un medico fino
all’ennesimo proclama di rilancio della pallacanestro cittadina che
ha prodotto come momento clou una rimpatriata di vecchie glorie di
società defunte oltre che l’ultima di una lunga serie di boutade
sulla realizzazione di un nuovo palazzetto. In mezzo a tutto questo
per fortuna anche qualche notizia di basket giocato riportata con
professionalità e qualche volta anche con originalità dai pochi
cronisti veramente appassionati.
Stupisce purtroppo che l’attenzione
vada solo alle notizie sensazionali, perché la vera notizia da dare
sarebbe quella che la pallacanestro bergamasca sta vivendo da qualche
anno una credibilità a livello nazionale di cui mai aveva
goduto,sicuramente nemmeno negli anni d’oro delle società
defunte. E la credibilità è dovuta a chi fa attività di base con
grande serietà e con grande fatica, a chi ha creato negli anni un
movimento trainante dove i numeri e la qualità crescono ogni giorno;
a chi in 30 anni di attività ha fatto sempre il passo lungo come la
gamba, senza sbandierare ai quattro venti prosopopea e senza
millantare progetti irrealizzabili e a chi non ha bisogno di vassalli
e portavoce per mostrare la validità di un progetto. Basta un campo
e un po’ di tempo a disposizione, il giudizio poi viene da se.
La nostra Società ha avuto ed ha un
ruolo importante in questo processo perché ha proposto senza imporlo
un modello di professionalità che è stato poi adottato da
moltissime Società e che ha di fatto contribuito ad innalzare il
livello generale dell’attività giovanile e questo fra qualche anno
comporterà un innalzamento anche del livello delle attività dei
seniores.
Negli anni novanta, il settore
giovanile di Treviglio aveva costruito atleti per tutte le
squadre della provincia e quelli sono stati gli anni in cui si sono
raggiunte complessivamente le categorie più elevate in assoluto
(Torre Boldone e Cassano in B2, Fara Verdello e Caravaggio in C1
ecc..).
Sarebbe bello che la pallacanestro
tornasse a essere quello che è; uno sport meraviglioso dove uno
vince e uno perde senza che necessariamente ci sia una colpa di
qualcuno ma semplicemente il merito dell’avversario, dove chi
pretende non ha gli stessi diritti di chi chiede, dove la dietrologia
dovrebbe servire solo per analizzare e non ripetere gli errori.
Io ringrazio tutto il mondo cestistico
bergamasco per la sua normalità, gli allenatori perche allenano con
grande passione, i dirigenti per i sacrifici quotidiani imposti a
famiglie e portafogli, gli arbitri per la missione impossibile che
portano avanti, le famiglie che sopportano gli allenamenti festivi e
i tornei natalizi.
Di tutto ciò abbiamo un grande
bisogno; delle provocazioni, degli strepiti ai quattro venti, dei
pettegolezzi e delle utopie credo di no.
Paolo Andreini, Presidente Bluorobica Bergamo