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mercoledì 19 ottobre 2011

PRESENTAZIONE ALLENATORI SETTORE GIOVANILE
A COLLOQUIO CON COACH ANDREA SCHIAVI


Mi presento: Sono Andrea Schiavi, da otto anni Responsabile del Settore Giovanile Bluorobica e quest'anno insieme ad uno staff sempre più nutrito e valido cercherò di allenare i gruppi Under 17 e Under 15 d'eccellenza. Durante la stagione poi seguirò ovviamente con interesse anche tutte le altre Squadre Giovanili della nostra Società.

Aspettative? Un mio "prezioso" maestro, Allenatore di Pallacanestro anche lui, Gianni Asti, ad ogni inizio stagione quando allenavo a Varese, diceva spesso che gli obiettivi della stagione potevano essere essenzialmente tre: Migliorare i Fondamentali degli Atleti; Migliorare l'Immagine della Società e, se possibile, Migliorare i Risultati rispetto alla stagione precedente. Penso proprio che questi tre obiettivi possano ben rappresentare anche quanto stiamo programmando di fare in Bluorobica per la stagione in corso. Abbiamo a cuore lo sviluppo tecnico-tattico dei ragazzi del nostro Settore Giovanile, salvaguardando talento individuale e stimolando le varie personalità ad emergere. Per quanto possibile proveremo a rendere l'immagine di Bluorobica sempre più un esempio di come si possa fare bene Settore Giovanile con umiltà e dedizione e poi con il talento individuale dei nostri giocatori e la forza di gruppo delle nostre squadre proveremo anche a vincere più partite possibili nelle varie competizioni agonistiche.

Che cosa vorresti che i tuoi giocatori prendessero da te e cosa invece non vorresti che prendessero? Nel corso della mia carriera di allenatore ho cambiato molto il mio modo d'intendere l'insegamento della Pallacanestro. Sono partito ad inizio carriera, come ogni giovane rampante a pensare di poter cambiare il mondo grazie alle idee che avevo. Poi mi sono accorto che spesso i contenuti che volevo far passare difficilmente avevano presa sulla gente che avevo in palestra. Grazie ad una stagione particolarmente difficile a Varese ho iniziato a pensare il tutto in maniera diversa. E poi un giorno un ragazzo che allenavo, con un bel discorsetto, mi ha aperto gli occhi. Da quel giorno ho provato a mettermi a servizio delle persone che allenavo e non viceversa. Ho provato più che ad interpretare il ruolo dell'allenatore dispensando concetti, nozioni, regole... ad assecondare richieste, bisogni, necessità delle persone che avevo di fronte. Beh, anche se il pecorso non è mai finito ed è certamente difficoltoso sia nei contenuti da vivere che negli atteggiamenti da tenere, devo dire che si è aperto decisamente un mondo nuovo. Direi che se i "miei" giocatori riuscissero (sforzandosi) a pensare quello che può pensare la persona che gli sta davanti o a fianco, non fidandosi solo del proprio ego, sarebbe una gran cosa.

Per le cose da non prendere del sottoscritto basta guardare il filmato delle partita al Torneo Barilà a Varese con gli Under 17 contro Zagabria di qualche anno fa. Un deficente indemoniato che se la prende con tutto il mondo... per poco o nulla.

Se dovessi scegliere un allenatore "famoso" che possa rappresentare il tuo modo ideale di allenare, chi sarebbe? Ho imparato tanto dagli Allenatori che ho potuto vedere in palestra ogni giorno nel corso della mia carriera. Vivendo per diversi anni a contatto con la serie A al Campus ho visto metodologia e modi di fare di tanti importanti Allenatori, oltre ovviamente ai bravissimi colleghi con cui ho collaborato non solo a Varese ma anche a Bergamo, Treviglio... con le Selezioni Regionali e ultimamente anche con le Nazionali Giovanili. Anche qui all'inizio della carriera è normale trarre spunti da quanto vedi dagli altri. Replichi di volta in volta la situazione che pensi sia migliore in quel contesto prendendo spunti da esperienze passate. Da un po' di anni a questa parte ho smesso di replicare e con apparente irragionevolezza cerco di adattare il mondo a me stesso. Non farò forse la carriera che potenzialmente potrei fare a comportarmi come da manuale, però mi sento bene, mi diverto molto a stare in palestra e sono felice.

Il fondamentale che ti piace insegnare di più e perchè? Ovviamente la Difesa è il fondamentale a cui tengo particolarmente... e che mi piace allenare in palestra (sic!). Scherzo! Nota a margine: Leggo e sento da più parti che in Bluorobica non si insegna a difendere. Spero che sia solo una valutazione superficiale di non addetti ai lavori, perchè è facile capire che il punteggio basso non sia sinonimo sempre e comunque di buona difesa, ma più semplicemente di minor numero di possessi o di eventualmente poca qualità offensiva. Detto questo che poco c'entra con la domanda, penso che il Passaggio rappresenti il fondamentale che può veramente fare la differenza tra un buon giocatore e un ottimo giocatore. E' per questo che quando alleno le mie squadre cerco di farne capire l'importanza e l'utilità. Di solito chi fa canestro vede aumentare la propria autostima già in maniera intrinsica per la riuscita di una giocata. Apprezzare un buon passaggio premiando chi lo compie è atto dovuto per Allenatori che hanno a cuore tutte le parti dell'insieme.

Un sogno da realizzare a breve con la tua squadra? Qualcuno più famoso di me diceva che "I sogni sono la misura del nostra carattere". Bluorobica da un po' di anni, con i risultati ottenuti sul campo, sta facendo sempre il massimo per mantenersi nell'elite del Basket Giovanile che conta davvero, dimostrando determinazione, qualità e grande carattere. Aver vissuto negli ultimi due anni i percorsi (molto differenti) delle Finali Scudetto a Vasto con gli Under 17 nel 2010 e a Caserta con gli Under 15 nel 2011, mi ha spesso portato a domandarmi cosa avrei fatto se quelle partite di finale le avessimo vinte. Le risposte reali purtroppo non ci sono perchè le abbiamo perse, però, nel prossimo imminente futuro spero proprio che, anche grazie a Raffa che dal cielo ci darà una mano, si possa riuscire a rispondere alla domanda di cui sopra.

Buon Basket a Tutti.

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