venerdì 8 aprile 2011
MARCO PLANEZIO SI RACCONTA SU BLU.COM "CERCO DI DARE IL MASSIMO, SEMPRE."
Nelle settimane decisive per le sorti della Comark Treviglio in Serie A Dilettanto abbiamo intervistato per voi Marco Planezio, giovane del 91 uscito l'anno scorso dalle giovanili Bluorobica dopo sei anni di settore giovanile alla corte del Presidente Paolo Andreini. Ecco l'intervista.
Allora Marco, la Blubasket sta vivendo l’epilogo finale nella parte riguardante il campionato regolare, che vi vede in lotta per l’accesso ai play-off. Come andrà a finire secondo te?
Come tutti sanno mancano soltanto due partite alla fine della stagione regolare e sabato a Trento sarà la partita decisiva per sapere se riusciremo a centrare i play off o sperare che nell’ultima giornata ci saranno risultati a noi favorevoli per non fare i play out. Dal mio punto di vista, ma penso di parlare a nome di tutti i miei compagni, c'è molta convinzione nei nostri mezzi. Andare a Trento, giocare una bella partita dando il massimo e provare continuare a sperare per i play-off e per la Legadue.
Che tipo di esperienza stai vivendo? Nonostante la tua giovane età sei già alla terza stagione in maglia Comark Treviglio? Quali le maggiori differenze personali in queste tre stagioni?
Questi ultimi tre anni a Treviglio mi hanno insegnato molto, sia come giocatore che come persona. Il primo anno ho avuto la fortuna di avere un allenatore come Lino Frattin che mi ha dato fiducia. Mi ha fatto giocare anche minuti importanti, nonostante avessi soltanto 17 anni. Nella stessa stagione sono stato aiutato molto anche dai miei compagni di squadra che mi riempivano di consigli utili. Il secondo anno ho continuato ad avere responsabilità importanti, soprattutto difensive, all'interno di un gruppo che è comunque arrivato ai play-off della categoria. Questa stagione è sicuramente quella che a livello personale rappresenta il meglio in assoluto. Siamo una squadra molto giovane, con un ottimo allenatore che da molta fiducia a tutti. Simone (Lottici ndr) ti lascia la possibilità di sbagliare senza creare ansie e frutrazioni. Il clima è positivo in tutti i sensi e in questo modo penso proprio che si possa crescere al meglio. Nel complesso quindi esperienza super, che spero si possa ulteriormente migliorare con la terza partecipazione ai play-off.
Fino allo scorso giugno evoluivi anche nei campionati giovanili. Quali sono le differenze maggiori tra un campionato giovanile e un campionato senior di ottimo livello come può essere quello della Serie A Dilettanti?
Quest'anno è il primo anno dove faccio soltanto un campionato. Sono molte differenze tra un campionato giovanile ed uno senior. La prima è che ogni partita in Serie A Dilettanti, non si puo prendere sotto gamba, perché in ogni squadra ci sono ottimi ed esperti giocatori ed il risultato, di solito, si decide sempre negli ultimi dieci minuti. A livello giovanile, soprattutto nelle prime fasi, qualche partita dopo pochi minuti di gioco era già decisa a livello di risultato e l'adrenalina calava. Poi c'è la grande differenza della fisicità. In A/dil. non si può scherzare: contatti e blocchi sono veramente molto duri, e ve lo dice uno che a giocare duro non si è mai tirato indietro. Poi a livello senior le partite sono preparate nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso o all'improvvisazione. Devi seguire un piano partita già descritto in settimana. Nelle giovanili la tattica era più d'improvvisazione durante la gara, perchè durante gli allenamenti si ricercava di più il miglioramento individuale.
Quale al momento l’avversario che ti ha particolarmente impressionato (magari che hai dovuto marcare) come talento individuale?
Come talento individuale assoluto devo dire che German Scarone è veramente un gran giocatore. Può giocare sia da play, ma anche da guardia e ala piccola, è un ottimo tiratore da tre e sa giocare bene anche uno contro uno, non per niente fino a metà anno giocava a Rimini in A2.
Che tipo di consiglio ti sentiresti di dare ai ragazzi più giovani di te che stanno iniziando la loro carriera giovanile per aiutarli nel loro percorso sportivo e umano di settore giovanile?
Mi sembra un po' presto per elargire consigli a ragazzi più giovani di me, però visto che ormai, oltre a giocare, ho iniziato anche ad allenare i ragazzini del Basket Seriana, dico solo che la cosa più importante per chi fa un attività sportiva è divertirsi. Divertirsi non solo alla partita, ma anche e soprattutto in allenamento. Io ho avuto la fortuna di trovare allenatori a livello giovanile che mi hanno sempre dato motivazioni sin dal singolo esercizio in allenamento fino alle gare importanti delle Finali Nazionali e quindi ho sempre cercato di dare quel qualcosa in piu, anche solo per vincere una partitella cinque contro cinque durante la settimana. Poi è chiaro che la costante pratica tutti i giorni in palestra ad affinare la tecnica e il sacrificarsi alla ricerca perenne del proprio miglioramento: tecnico, tattico, fisico, psicologico... ti può solo cambiare in meglio. Pensare di giocare a basket senza allenarsi al 100% e alle volte più del massimo non esiste proprio. Chi ragiona dando sempre tutto potrà togliersi certamente delle belle soddisfazioni, chi invece si risparmia e non fatica, ha già perso in partenza.
C’è qualcosa che ti manca, giocando in una squadra senior, rispetto agli anni delle giovanili?
La cosa che mi manca di più rispetto alle giovanili è l'amicizia e il gruppo unito e coeso che avevamo costruito in sei anni di categorie giovanili insieme con i miei coetani. Dagli allenatori a tutti i miei compagni, ho ricevuto moltissimo e per questo li porto sempre nel mio cuore. E' anche grazie a questa unione tra di noi che ci ha permesso di arrivare per ben due volte terzi e due volte quinti alle Finali Nazionali. E non è poco, vi assicuro.
A livello di aspettattive personali, cosa ti aspetti dal prossimo futuro e quale potrebbe essere un sogno realizzabile per la tua carriera professionale nel mondo del basket?
Nel futuro immediato mi aspetto di andare ai play-off con la mia Treviglo e provare a vincere più partite possibili. Nel futuro più lontano vedo un Marco Planezio, sempre più utile alla squadra, che cerca sempre di progredire per migliorare ancora. Ogni giovane ha il sogno nel cassetto di giocare in serie A. Non so se il futuro mi riserverà questa gioia. So che darò tutto me stesso per realizzarlo.
Marco in maglia Bluorobica, durante la finale 3°-4° posto di Bologna dello scorso giugno.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento