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giovedì 4 ottobre 2007

INTERVISTA: CLAUDIO GOTTI DOCET



Bluorobica.com apre una nuova rubrica riguardante le interviste della stagione 2007-2008. Per primo abbiamo voluto ascoltare le parole di Claudio Gotti di ritorno proprio qualche giorno fa dall'esperienza del Raduno della Nazionale Italiana Under 18 nel Camp di perfezionamento voluto dal Settore Squadre Nazionali.


Allora Claudio una esperienza importante con una maglietta importante, quella della Nazionale Italiana. Quali le sensazioni a vestire l'azzuro?
"E' stata un esperienza unica ed emozionante. Già al Camp della Giba questa estate avevo provato qualcosa di simile però la maglia con scritto Italia da certamente qualcosa in più. Di certo questa settimana difficilmente me la dimeticherò!"

Che tipo di esperienza è stata a livello tecnico?
"Ci siamo allenati molto sui particolari e sui fondamentali più specifici in base anche al ruolo da ricoprire in campo. Lo abbiamo fatto dando sempre il massimo e allenandoci per parecchie ore ogni giorno. Lo staff poi molto valido con allenatori rinomati e anche molto bravi ha certamente aggiunto qualcosa in più ad una settimana importante"

Quali i migliori prospetti con cui hai avuto la possibilità di confrontarti?
"Ci siamo confrontati con molti ragazzi della nostra età ed anche più grandi dell'annata 90. Quelli che mi sono rimasti più impressi sono stati: Hassan di Rimini, D'Alessio di Roma, Porfido, Chiarini di Bologna... e il nostro play... Roby Marulli!!!!"


Che cosa ti porti a casa da questa esperienza, e che consiglio daresti ad tuo compagno, magari più giovane, per poter raggiungere un traguardo di prestigio come quello di vestire la maglia con scritto Italia?
"Bè non penso di essere la persona giusta per dare consigli a nessuno. Di certo in questi ultimi mesi della mia vita, la pallacanestro sta diventando sempre più importante sia come aumento della passione per il gioco, sia come tempo d'impiego. Se dovessi dire proprio qualcosa per chi è in cerca di consigli, direi di leggersi attenatamente l'inizio della storia della carriera di Michael Jordan. Fu scartato in seconda liceo dalla squadra dell'istiuto per far posto a Leroy Smith. Ma giorno dopo giorno con la passione per il gioco che ogni giorno maturava e con la forza mentale di un bisonte inferocito fu capace di arrivare al massimo, al top.
Ecco credete in voi stessi e fate di tutto perchè quello che pensate possa accadere possa davvero diventare realtà. Personalmente è quello che ho scelto con il cuore e con la mente di fare, ed è la certezza che mi da la fiducia necessaria per migliorare il più possibile e un giorno, speriamo, vestire di nuovo la maglia azzurra."


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