giovedì 7 maggio 2009
ALESSANDRO SPATTI RACCONTA LA SUA AVVENTURA A CAROVIGNO CON IL SSNM
Allora Alessandro ti sei ripreso dalle fatiche di cinque giorni di raduno, tra partite e allenamenti nel brindisino con tanti tuoi coetani? Non è stato assolutamente faticoso. Anzi. Un oretta scarsa al mattino di allenamento sui fondamentali 1 contro 0 (partenze, arresti, cambi di mano) oppure 1 contro 1 e al pomeriggio una partita del Torneo "Impariamo Insieme". Nulla di faticoso. E' più dura certamente stare a casa, andare a scuola e al pomeriggio essere sgridati dalla mamma perchè bisogna fare i compiti!"
Che tipo di esperienza è stata? Cinque giorni di basket a 360 gradi. Cento ragazzini della mia età, i migliori (sulla carta ndr) atleti del 1995 in Italia. Tanti allenatori, dirigenti, appassionati di pallacanestro che mi hanno fatto sperimentare che la mia passione per il basket è niente in confronto a tutto quanto ci gira attorno.
Momenti significati della tua esperienza a Carovingo? Giocare tante partite in pochi giorni è una bella esperienza. Con la Bluorobica ho svolto nel corso degli ultimi due anni diversi tornei in giro per l'Italia ed è sempre un emozione forte. Qua con il Settore Squadre Nazionali, non è proprio uguale perchè non sei con la tua squadra e con i tuoi compagni con cui ti alleni tutti i giorni e che conosci perfettamente. Giocando con questo tipo di selezioni è più facile perdere i punti di riferimento, però con gli altri ragazzi lombardi e in generale con tutti i miei compagni del gruppo in cui sono stato inserito è stato divertente.
Che tipo di risultati avete avuto? Innanzitutto con orgoglio dico subito che siamo arrivati meritatamente ultimi al torneo. Però ho cercato di dare il massimo comunque in ogni occasione. A volte sono riuscito nell'impresa, altre volte meno. Tra l'altro immeritatamente sono stato premiato come uomo squadra del mio gruppo. Da ultimi in classifica generale non è il massimo, ma almeno l'impegno è stato premiato.
Cosa ti aspettavi da una convocazione del genere? Assolutamente niente di particolare, se non quello di divertirmi cercando di migliorare a giocare a basket. Ho visto allenatori famosi come Carlo Recalcati, gli stessi Bocchino e Gebbia, quest'ultimo già conosciuto a Cernusco durante l'ultimo trofeo delle Province, oltre che nei precedenti raduni di Bormio e di Lignano. Un sacco di ragazzi con cui ho fatto amiciza e con cui ancora oggi mi sento ogni tanto.
Cosa ti rimane dentro finito un raduno così strutturato? Beh la voglia di giocare, di migliorare e di riprovare l'emozione di salire su un aereo praticamente da solo con una valigia, oltre che piena di mutande di ricambio, anche di fiducia e speranza di poter diventare un giorno un buon giocatore. Speriamo, sotto quell'aspetto cercherò di mettercela tutta!!
E allora ben tornato e in bocca al lupo!
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