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martedì 8 gennaio 2019

DOPO LO IUS PRIMAE NOCTIS
ARRIVA IL RECLUTAMENTO PER GIURISDIZIONE....



Succede anche questo.. dopo il bypass sistematico delle società per rivolgersi direttamente alle famiglie, dopo presunti futuri allenatori con aspirazioni da cerusici che millantando future prestigiose panchine si permettono di chiamare i genitori di avversari sottotono per consigliarli una terapia agonistica presso di loro, ecco che comprare anche la summa della presunzione: il diritto di reclutamento per giurisdizione.
Questo si è sentito dire un genitore di un ragazzino molto giovane e quindi molto non tesserato in modo definitivo, da uno degli artisti del reclutamento creativo...
Ora, sebbene in questi anni se ne siano viste molte, un caso così singolare non si era mai visto. Ma siccome siamo Uomini di mondo oppure sufficientemente vecchi cestisticamente per averne viste di tutti i colori vorremmo sapere quali siano i confini del reclutamento per giurisdizione e se come a risiko si possano tirare i dadi per invadere i territori altrui, e soprattutto se si possano scambiare i territori a tavolino, ius primae noctis compreso.
Detto questo, in un tempo più romantico gli argomenti di reclutamento erano diversi, andavano dall’esposizione dei programmi tecnici alla valutazione degli atleti prodotti negli Anni, dalla continuità di un progetto alla durata nel tempo dello stesso.
Ora il focus del reclutamento è diventato il denigrare gli avversari, il promettere carriere sfolgoranti quando al massimo fino ad oggi sono stati allevati attori da palcoscenici oratoriali e altre amenità simili.
Perché non è importante avere qualcosa di significativo da dire, l’importante è gridarlo e urlarlo così forte che sembra credibile.

Tutto ciò premesso, ritengo che questo comportamento sia deleterio, antisportivo e figlio di una frustrazione pluriennale che non va peraltro a colpire la società di riferimento della provincia, la nostra, ma le piccole società che vengono sistematicamente bypassate e che al contrario in passato hanno goduto di rispetto e di considerazione tanto da continuare negli anni ad indirizzare i propri atleti dove ritenevano ci fossero i presupposti migliori, a prescindere che fosse la nostra società quella individuata per l’atleta.


Ora le piccole società sono spossessate di questo ruolo che era anche una forma di garanzia per le famiglie, non potendo concorrere con i lustrini e le paillettes da imbonitori.

Ora aspettiamo i risultati di questo comportamento deplorevole con l’augurio di trarne il più grande beneficio possibile perché una volta imboccata questa strada sarà difficile poi tornare indietro.

Ma soprattutto non bisogna sbagliare nessuna scelta, perché una volta depredata una società non credo che questa avrà grande piacere nell’ascoltare le favole furore che dovranno Essere inventate nel caso un Atleta maturi dopo I 13 anni, caso peraltro molto frequente.

Buona caccia.
Ovviante nei territori della giurisdizione...


Paolo Andreini
Presidente
A.S.DIL.BLUOROBICA


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